Grazie ai numerosi lavori pubblicati negli ultimi anni che hanno contribuito ad esplorare il variegato ma organico mondo del microbiota intestinale, ecco che possiamo identificarne l’importanza in relazione non solo al benessere gastro-intestinale ma anche in senso sistemico soprattutto riguardo al metabolismo (non solo ovviamente) tenendo in considerazione il dialogo continuo tra Sistema e Intestino avente tra le linee portanti la relazione continua tra Sistema Immunitario e processi Infiammatori.
Intestino e Infiammazioni Sistemiche
Evidenze sempre più chiare indicano come il microbiota vada incontro a modifiche significative nel corso dell’invecchiamento e nell’Obesità comportando una grave diminuzione della sua ricchezza e variabilità di espressione genica[1],[2].
La permeabilità intestinale nei confronti dei Lipopolisaccaridi batterici (LPS), proinfiammatori e stimolanti l’Immunità innata, appare come uno dei trigger maggiori per l’espressione di LGSI. I LPS si trovano nella membrana esterna dei batteri Gram-negativi come i Proteobacteria (es. Escherichia coli) e svolgono il ruolo di endotossina. Nell’anziano si assiste molto di frequente ad una diminuzione di bifidobatteri e ad un aumento di batteri specialmente nel colon presentanti LPS. Questa combinazione si ritiene promuova una sempre maggiore permeabilità intestinale portando ad aumentare in modo considerevole i livelli plasmatici di LPS (costituendo una endotossiemia metabolica). Dal momento che i recettori dell’immunità innata direttamente coinvolti dagli LPS sono i TLRs, ecco perché un utilizzo di modulatori della loro risposta, sia diretti (frazioni polisaccaridiche delle pareti cellulari) sia indiretti (probiotici) può unicamente giovare all’equilibrio sistemico metabolico. Inoltre occorre qui ricordare, come ripetutamente segnalato e pubblicato in passato, che molte forme batteriche non sono presenti a livello intestinale nella loro forma morfologicamente completa bensì nella forma cosiddetta L o CWD (Cell Wall Deficient). Le L-forms sono in grado di penetrare nelle cellule con un meccanismo simile a quello dei micoplasmi portando, nel tempo, ad una alterazione della capacità di risposta efficace di controllo da parte del Sistema Immunitario e ad un conseguente innesco di un processo infiammatorio sia locale che sistemico[3].
In sintesi possiamo dire che, specie attraverso l’interazione con il TLR 4 posto sulle cellule mononucleari (Linfociti, Monociti), gli LPS di derivazione dal microbiota possono costituire una scintilla nello sviluppo dell’infiammazione e delle patologie metaboliche.
In uno studio su cavie C57Bl/6 maschi, l’alterazione dei profili del microbiota, come risultato di una dieta ricca di grassi, è stato associato ad una permeabilità intestinale, endotossiemia e infiammazione del tessuto adiposo[4].
Oltre al suo ruolo nella LGSI, ulteriori evidenze suggeriscono che il microbiota possa influenzare il livello di rischio in condizioni infiammatorie autoimmuni di alto grado come:
- il diabete di Tipo 1;
- la malattia celiaca;
- l’IBS (Inflammatory Bowel Disease);
- l’Artrite Reumatoide, la cui incidenza è aumentata drammaticamente dal 1940.
Inoltre, si è visto come alcuni elementi del microbiota inducano una mimica rispetto ad antigeni umani potendo quindi stimolare la produzione di auto-anticorpi verso normali proteine e ormoni umani tra cui la Leptina, il Peptide YY e la Grelina[5]. A questo proposito non va mai dimenticato il discorso introdotto precedentemente sulle forme CWD.
L’importanza dell’alimentazione per il sistema immunitario
Non è possibile continuare a sottostimare, come invece viene ostinatamente fatto per le più svariate ragioni, l’impatto negativo sul microbiota e sul Sistema Immunitario dello stile alimentare Occidentale, così alto dal punto di vista energetico (vedi tra l’altro Carico Glicemico medio dei pasti) e così povero di nutrienti. Emerge anzi la necessità per l’uomo di assumere Fibre e adottare modelli nutrizionali ricchi di Polifenoli così come avvenuto nei trascorsi millenni e che hanno dato un rilevante contributo ambientale al benessere del Sistema-uomo e anche di quello Immunitario.
[1]Power SE, O’Toole PW, Stanton C, Ross RP, Fitzgerald GF. Intestinal microbiota, diet and health. Br J Nutr. 2014 Feb;111(3):387-402.
[2]O’Toole PW, Claesson MJ. Gut microbiota: changes throughout the lifespan from infancy to elderly. Int. Dairy J. 2010 20:281-291.
[3]Mattman LH. Cell Wall Deficient Forms Stealth Pathogens CRC Press; 3rd edition (October 26, 2000).
[4]Serino M, Luche E, Gres S, Baylac A, Bergé M, Cenac C, Waget A, Klopp P, Iacovoni J, Klopp C, Mariette J, Bouchez O, Lluch J, Ouarné F, Monsan P, Valet P, Roques C, Amar J, Bouloumié A, Théodorou V, Burcelin R. Metabolic adaptation to a high-fat diet is associated with a change in the gut microbiota. Gut. 2012 Apr;61(4):543-53.
[5]Fetissov SO, Hamze Sinno M, Coëffier M, Bole-Feysot C, Ducrotté P, Hökfelt T, Déchelotte P. Autoantibodies against appetite-regulating peptide hormones and neuropeptides, putative modulation by gut microflora. Nutrition. 2008 Apr;24(4):348-59.
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